È un sito fortemente caratterizzato sia dal punto di vista storico sia da quello ambientale. Sono ancora presenti i ruderi della Chiesa campestre di San Antonio, ubicata in posizione panoramica, alla sommità della collina. Si ritiene che la sua edificazione possa risalire alla metà del 1400, con alcuni adattamenti in epoca posteriore.
Nel luogo non esistono tracce fisiche di altri manufatti, anche se dalle fotografie d’epoca e dagli estratti di mappa è facile ricostruire l’esistenza di fabbricati rurali precedenti.
Il piano si è prefisso lo scopo di tutelare l’area sotto tutti i punti di vista: ambientale, naturalistico e storico. L’obiettivo principale è quello di conservare e valorizzare l’articolazione del tessuto urbanistico delle corti e delle case rurali, mantenendo la tipologia originaria degli edifici come irrinunciabile valore della tradizione contadina.
Vengono indicate le zone di inviluppo massimo all’interno delle quali possono essere costruiti dei fabbricati residenziali. Tali inviluppi sono stati determinati in ragione di una loro sovrapposizione, la più vicina possibile a quelli che si ipotizza fossero i sedimi originari.
La strada di collegamento del comparto appartiene al sistema relazionale esterno, che corrisponde al confine sud e tramite gli accessi, permette la penetrabilità ai fondi.
Il limite fisso caratterizza l’ambiente urbanistico della riproposizione del borgo in termini di compattezza. La cortina è costituita da un fronte di volumi edilizi, continui o alternati con dei vuoti, allineati sul filo nord dei due comparti. Il filo esterno è fisso mentre verso l’interno della corte la linea degli affacci dei fabbricati è libera, pur rimanendo inclusa nell’area individuata dall’inviluppo della nuova potenzialità edificatoria.
Nelle previsioni del piano attuativo sono stati valutati anche interventi di restauro e ricomposizione della Chiesa di San Antonio, manufatto vincolato dal Ministero delle Belle Arti.
È un sito fortemente caratterizzato sia dal punto di vista storico sia da quello ambientale. Sono ancora presenti i ruderi della Chiesa campestre di San Antonio, ubicata in posizione panoramica, alla sommità della collina. Si ritiene che la sua edificazione possa risalire alla metà del 1400, con alcuni adattamenti in epoca posteriore.
Nel luogo non esistono tracce fisiche di altri manufatti, anche se dalle fotografie d’epoca e dagli estratti di mappa è facile ricostruire l’esistenza di fabbricati rurali precedenti.
Il piano si è prefisso lo scopo di tutelare l’area sotto tutti i punti di vista: ambientale, naturalistico e storico. L’obiettivo principale è quello di conservare e valorizzare l’articolazione del tessuto urbanistico delle corti e delle case rurali, mantenendo la tipologia originaria degli edifici come irrinunciabile valore della tradizione contadina.
Vengono indicate le zone di inviluppo massimo all’interno delle quali possono essere costruiti dei fabbricati residenziali. Tali inviluppi sono stati determinati in ragione di una loro sovrapposizione, la più vicina possibile a quelli che si ipotizza fossero i sedimi originari.
La strada di collegamento del comparto appartiene al sistema relazionale esterno, che corrisponde al confine sud e tramite gli accessi, permette la penetrabilità ai fondi.
Il limite fisso caratterizza l’ambiente urbanistico della riproposizione del borgo in termini di compattezza. La cortina è costituita da un fronte di volumi edilizi, continui o alternati con dei vuoti, allineati sul filo nord dei due comparti. Il filo esterno è fisso mentre verso l’interno della corte la linea degli affacci dei fabbricati è libera, pur rimanendo inclusa nell’area individuata dall’inviluppo della nuova potenzialità edificatoria.
Nelle previsioni del piano attuativo sono stati valutati anche interventi di restauro e ricomposizione della Chiesa di San Antonio, manufatto vincolato dal Ministero delle Belle Arti.